Articoli di Giovanni Papini

1955


in Galleria degli Editori Italiani, La Casa Vallecchi:
Un semenzaio di talenti arditi
Pubblicato in: La fiera Letteraria, anno X, fasc. 40, p. 3
Data: 2 ottobre 1955


pag. 3




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Quando dopo il 1913 cominciò a stampare, non era che
un ragazzo, fattosi a forza di fatiche, di ansie e di rinunzie.

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   Vi furono e vi sono in Italia editori grandi e famosi. Ma quel Vallecchi Editore che da quasi quarant'anni appare sulle copertine di tanti volumi è qualcosa di più o almeno di diverso dagli altri.
   Attilio Vallecchi, che dopo il 1913 cominciò a stampare volumi col suo nome, non era che un ragazzo di stamperia divenuto a poco a poco, a forza di fatiche, ansie e rinunzie, il proprietario di una tipografia che in seguito sarà una delle più importanti della toscana.
   Ma Attilio Vallecchi, nato con spirito generoso e avido di sapere, non si propose mai di essere un semplice fabbricante di carta stampata ma concepì la tipografia e la Casa Editrice come qualcosa di più vivo e alto di un'impresa industriale. Voleva essere un amico per i suoi autori, consapevole della potenza spirituale del libro.
   Egli preferì sempre pubblicare libri di autori italiani, anche se poco noti, piuttosto che libri stranieri celebri e fortunati che gli avrebbero dato maggior nome e maggior guadagno.
   Ma l'originalità essenziale della sua Casa Editrice consisteva nell'accogliere con lieto animo e assoluto disinteresse gli scrittori giovani, ignoti o quasi, pur che dimostrassero di possedere un minimo di ingegno e di impegno.
   La Casa Editrice di Attilio Vallecchi, continuata ed accresciuta dai figli, è stata per lunghi anni ed è ancora un semenzaio di talenti nuovi e arditi tanto nella poesia e nella narrativa come nel pensiero e nella storia.
   Per queste ragioni e per altre che qui per delicatezza si tacciono, ci sembra che Vallecchi Editore si distingua per i suoi compiti di rinnovatore, rivelatore e propulsore dei valori dello spirito italiano, e che meriti perciò di essere additato alla ammirazione e alla gratitudine di tutti gli intellettuali del nostro paese.


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